
BONUS EDILIZI 2024-2025: CHI RESTA E CHI ESCE
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una importante stretta del Governo sui vari bonus edilizi, prima con la riduzione dell’applicabilità del bonus barriere architettoniche (che non comprende più i serramenti, tra le varie cose) poi con l’annuncio della riduzione delle detrazioni fiscali per tutti i bonus e riduzione dei massimali di spesa.
Innanzitutto partiamo da ciò che era stato già definito dalla precedente normativa e che si riconferma per il 2024. Il Superbonus – disciplinato dall’art. 119 del Decreto Rilancio – nel corso di questi 3 anni e mezzo è stato modificato da 30 provvedimenti normativi e a partire dall’1 gennaio 2024 è andato ufficialmente in pensione. Dopo un anno di aliquota al 90%, ad oggi consente una detrazione del 70% sulle spese sostenute nel 2024 per interventi di riqualificazione energetica.
Riconfermato anche per il 2024 il sismabonus che prevede una detrazione fiscale che varia dal 50% all’85% a seconda della zona in cui viene richiesto l’intervento e viene concesso nel caso in cui l’intervento comporti un miglioramento della classe sismica dell’edificio. Il limite di spesa è di € 96.000 per unità immobiliare
Lo stesso massimale ma con una detrazione riconosciuta al 50% rimane per il bonus casa o bonus ristruttrazioni edilizie.
Ma cosa succederà nel 2025?
Superbonus, limitato ai condomini e ai proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari, scende ulteriormente ad un’aliquota dell 65% (l’aliquota al 110% rimane fruibile solo per gli interventi effettuati nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici in stato di emergenza);
Bonus Ristrutturazioni (c.d. Bonus Casa) e Sismabonus, l’aliquota scende dal 50% al 36% ed il limite di spesa da 96mila euro a 48mila euro per ciascuna unità immobiliare;
Ecobonus, con aliquota ridotta al 36% anche in questo caso con un calo della spesa agevolabile che passa da 60 mila a 48mila euro per ciascuna unità;
Il Governo sembra intenzionato a rendere i bonus casa sempre più selettivi e contenuti, in modo da contenere la spesa pubblica, quindi si dubita che possano essere introdotte revisioni migliorative del quadro normativo.